venerdì 14 settembre 2012

Lettera a Baffo


E tu baffo mi dici di scriverti, di farlo per piacere, per amore, per passione. E io ti racconto del viaggio, delle 6 del mattino, del vino, delle urla interiori, delle foto improvvisate, delle strade a imbuto, della scelta: destra o sinistra: slitta l'auto e il muso si accosta a un millimetro dalla scelta: retromarcia: vado a destra. Le insegne autostradali, con l'asfalto commossa, si adagiano in terra, sembrano luci, riflettono le luci della mia auto. "Un amaro del capo, se non ce l'hai tira fuori quello più bollente, il peggio". Un lucano e poi via, fra i bracieri luminosi di cicche semispente sulla strada vuota, morta, approssimativa e stanca. Penso a lei, te lo dico, perché è tua sorella, forse è la sorella del mondo. Le comete alcoliche ci hanno condotto qui, fra un cane rabbioso e un me inadatto, lasciamo scorrere i fiumi del liquido a basso costo, lasciamo che la vita ci offra il da farsi: disoccupiamoci nel tempo libero, nel tempo vivo, per quello morto non ci resta che lavorare.

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